Ogni giorno percorro strade diverse. Ogni
giorno, ai semafori, ai parcheggi, incontro occhi che interrogano la mia
coscienza, la mia disponibilità, la mia reale apertura di cuore verso chi, di
fronte a me, si trova nel bisogno. Se non nella disperazione.
Ogni giorno la vita mi interroga. E mi
obbliga a conoscere un po’ più a fondo me stessa.
Ognuno di noi è chiamato a fare qualcosa, a fare
quello che può. Libertà non è voltare il viso dall’altra parte per non permettere alla sofferenza altrui di turbare i nostri sonni e le nostre coscienze. Non si ignora a lungo il dolore. Prima o poi ti raggiunge.
La vera libertà è invece nell’esercizio della propria facoltà di scegliere, il bene o il male. Senza alibi. Senza paure.
La vera libertà è invece nell’esercizio della propria facoltà di scegliere, il bene o il male. Senza alibi. Senza paure.
Nella consapevolezza che ogni piccolo gesto
di buona volontà contribuisce a cambiare il mondo.
Grande responsabilità e grande gioia perché
ciascuno può partecipare col poco che ha. Nessuno è così povero da non potere
offrire qualcosa.
Nel tempio di
Gerusalemme, là dove la gente metteva le offerte, Gesù vede una vedova che
getta due monetine. Gesù allora chiama i discepoli e spiega loro che quell’obolo
è maggiore di quello dei ricchi perché, mentre questi danno del loro superfluo,
la vedova ha offerto ‘tutto quello che
aveva, tutto quanto aveva per vivere’.
Anche noi
possiamo gettare le nostre povere monetine, i nostri piccoli aiuti, nel grande
tesoro della Vita. Nessuno è tanto povero da non avere nulla da offrire.
Ognuno di noi,
se vuole, ha almeno un sorriso in tasca da offrire.
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