E’ tanto che
rifletto su cosa sia l’ascolto. Credo da sempre. Sarà che, come tutti, ho
spesso sofferto dell’assenza di ascolto. Noi ascoltiamo in tanti modi, una sola
parola non è sufficiente per esprimere tutte le possibili varianti. Siamo tutti
diversi. Come diversa per ognuno è l’attenzione. Eppure è così importante, anzi,
fondamentale per la nostra vita di relazione incontrarci in uno spazio interiore
di ascolto, che sia attento e partecipato. Uno spazio dove imparare ad ascoltare prima di tutto noi stessi. Dove imparare ad ascoltare Dio. Dove imparare ad accogliere l'altro.
Penso allo Shemà
(Ascolta) Israel – la bellissima preghiera ebraica che viene recitata due volte
al giorno, al mattino ed alla sera:
“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta
la tua anima e con tutta la tua forza.
Queste parole, che ti ordino oggi, saranno sul tuo cuore: le ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando siederai in casa tua e quando camminerai per strada, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Te le legherai come segno sulla mano e ti saranno come pendagli tra gli occhi; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte…”
Queste parole, che ti ordino oggi, saranno sul tuo cuore: le ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando siederai in casa tua e quando camminerai per strada, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Te le legherai come segno sulla mano e ti saranno come pendagli tra gli occhi; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte…”
E’ l’immagine di un ascolto totale, che chiama in campo ogni singola cellula del corpo, della mente e dell’anima. Un ascolto che si traduce in vita, i cui effetti non ti abbandonano né in casa, né fuori, quando dormi o al tuo risveglio.
Come un pendaglio tra gli occhi…
Domenica, nella
prima lettura della messa – tratta dal libro dei Re – si racconta che il
Signore apparve in sogno al re Salomone e disse: “Chiedimi ciò che vuoi che io
ti conceda”.
Gli rispose:
“Concedi al tuo servo un cuore docile…”
Al momento dell’omelia
il celebrante ha fatto una precisazione che mi ha folgorato riguardo alla
traduzione del termine “docile”: in realtà sarebbe stato più corretto tradurlo
in “ascoltante”.
Salomone, la cui
sapienza ha attraversato i millenni per giungere fino a noi, ha chiesto a Dio un
cuore ascoltante. La sua preghiera umile e sincera, piena di amore per gli
altri, è stata esaudita.
E’ quanto oggi chiedo per me, con tutto il cuore. E' quanto chiedo per tutti coloro che incontro lungo il cammino della vita e per chiunque inciampi in queste righe.
Perché credo
profondamente che con un “cuore ascoltante” riusciremo, tutti insieme, a
fermare ogni guerra. A ritrovare la strada giusta.
Credere che la forza dell’amore che sa ascoltare l'altro possa salvare il mondo, non è un'illusione. La vera illusione è credere che il mondo
possa funzionare diversamente…