Festa della donna,
festa della comunicazione e della voglia di comunicare. Voglia di condividere,
di amare, di donare se stesse e quanto si possiede. Voglia di ascoltare.
Voglia di dare la
vita, di dare vita al riscatto umano. Di catturare le note più alte e
restituirle in un gorgheggio di gioia, anche quando i giorni fanno curve le
spalle e la notte si fa più vicina. Allora il canto scivola in una
cantilena d’amore, e i versi, fatti più semplici, si riempiono di saggezza.
Donna dall’aurora
al tramonto, donna dai mille colori e dalle mille risorse. Talvolta sola,
incompresa, violata, ingabbiata. Ma figlia del cielo. Creata madre, pensata
compagna dell’uomo, comunque maestra di vita, perché l’ascolto col cuore, l’ascolto
partecipe e attento, rende sapienti.
La donna ama. E
insieme all’uomo che ama, e che sa amare, cammina, cresce e sa rendere il mondo
un luogo migliore.
Dal Talmud
"State molto
attenti a far piangere una donna perché Dio conta le sue lacrime! La donna è
uscita dalla costola dell'uomo, non dai piedi, infatti non doveva essere
calpestata; non è uscita nemmeno dalla testa per essere superiore all'uomo; ma
dal fianco per essere uguale, un po’ più in basso del braccio per essere
protetta, e dal lato del cuore per essere amata."
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