Sono stata rapita dalla musica. Avevo una meta, avevo un tempo, ma il
cielo si è aperto dolcemente e un coro di voci è sceso quaggiù a risvegliare in
me nostalgia di Paradiso. Ogni piano sovvertito, la strada ha chiamato i miei
passi verso voci e parole che erano carezze per l’anima e i sensi.
Richiamo d’infinito sulla terra. Missione angelica.
Il cielo sopra il santuario di Bonaria si ammantava di blu per la notte
mentre voli di fenicotteri tingevano di rosa tramonto gli ultimi scampoli di
luce naturale.
Dalla terra salivano note musicali vestite di fiori e profumate di
nuvole di primavera.
Mentre una poesia incantava il tempo nel dipingere un affresco di maggio.
Voci dei monti friulani (Vos de mont), un cerchio di uomini sotto la guida di due mani come ali di farfalle (maestro Marco Maiero), ogni uomo teso ad
offrire in pienezza la propria essenza. Danzavano con grazia al moto del
proprio cuore, ad occhi chiusi, e tutti insieme sospiravano leggeri come spighe sotto il soffio
dello Spirito, ondeggiando leggeri alle carezze della poesia, offrendosi come
un’unica anima alla bellezza delicata e inafferrabile dell’Amore.
Immagine sensibile della Trinità: l’offerta totale del proprio cuore, dentro
una sola Anima.
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