Mi rattrista davvero
tanto constatare che ovunque nel mondo è in azione un potere che mira ad erodere
sistematicamente il diritto all’istruzione e alla libera informazione
attraverso una sempre crescente difficoltà di accesso alla cultura e ai mezzi
di comunicazione.
La difficoltà di
accesso alla cultura oggi ha tanti volti e tanti nomi, tante motivazioni, non
ultima quella economica. Chi ha figli sa bene quanto può essere complicato l’inizio
dell’anno scolastico per via delle spese che improvvisamente fanno impennare i
conti verso il tetto. Per chi ce l’ha ancora.
Ma non è tutto
qui, purtroppo.
Mi rattrista
ancora di più constatare che tutto questo avviene in un imbarazzante silenzio da
parte dei nostri governanti.
Eppure…
…Ci sono Paesi,
nel mondo, dove studiare può essere un problema molto più grande.
…Ci sono Paesi,
nel mondo, dove studiare può essere pericoloso. Dove le bambine, per sedersi al
proprio banco di scuola, sfidano ogni giorno la morte. E anche se il
divieto di studio è rivolto “soltanto” alle bambine, nel caso di attentato
terroristico possono lasciarci la vita anche i bambini di sesso maschile.
Insegnanti e presidi compresi.
…Ci sono Paesi,
nel mondo, dove un pugno di uomini armati di odio cieco decide con la forza che un
intero popolo deve sottostare alle proprie regole. Pena la morte. Senza
accorgersi che chi davvero muore è colui che nega all’altro il diritto alla
vita, il diritto al rispetto delle proprie idee e della propria libertà nel
rispetto di quelle altrui.
…C’è un Paese, il
Pakistan, culla di una tra le più antiche civiltà del mondo, dove nel 2012 una bambina
di 13 anni è stata condannata a morte dai talebani perché voleva andare a
scuola e difendere il suo diritto allo studio.
Quella bambina,
Malala, è sopravvissuta all’attentato e dopo una difficile operazione
chirurgica a Londra e una lunga convalescenza ha parlato al Palazzo di Vetro
dell’Onu:
«Il loro proiettile non mi ridurrà al silenzio… Quando mi
hanno sparato la paura è morta così come l’essere senza speranza». Da quella
raffica di Ak-47 sono nati «forza e coraggio».
Malala ha concluso il suo coraggioso discorso tra i potenti lanciando al mondo il suo dirompente messaggio:
«Prendete i vostri libri e le vostre penne, sono la vostra
arma più potente. Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono
cambiare il mondo».
Prego affinché il messaggio di Malala possa assordare le
orecchie e rimbombare nel cuore di ogni uomo e di ogni donna di buona volontà.
Il 10 ottobre 2014 Malala Yousafzay ha ricevuto il Premio Nobel
per la pace. E’ la persona più giovane ad esserne stata insignita, con questa motivazione:
“Nonostante la sua
giovane età Malala Yousafzay ha già combattuto diversi anni per il diritto
delle bambine all’istruzione ed ha dimostrato con l’esempio che anche bambini e
giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione. Cosa che ha fatto
nelle circostanze più pericolose”
Mentre ad Oslo le
veniva assegnato il Premio, Malala era a scuola, come sempre.
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