Stasera,
mentre cercavo l’interruttore vicino al letto per accendere la luce, ho
sfiorato inavvertitamente il rosario appeso al muro. L’ho sentito tintinnare tra la
parete e la grande conchiglia bianca dei pellegrini di Santiago di Compostela.
Quel
suono mi ha chiamato, attirando la mia attenzione sulla sua esistenza, ma
soprattutto sulla sua storia. E tu, quella storia la conosci bene, dato che
quel rosario l’hai costruito proprio con le tue mani. Un grande rosario dai
grani bianchi e con la croce in madreperla, lucente.
Era
il tuo dono prezioso, il dono di un amico per il mio matrimonio.
Prezioso, sì.
Perché arrivava da qualcuno che aveva sempre combattuto la Chiesa e coloro che
la frequentavano. Perché così avevi imparato in famiglia, dove
si respirava la libertà sudata dei figli di operai e conquistata a duro prezzo.
Cresciuto con pane e cipolle. Ma figlio della libertà di pensiero. Non come
quei bigotti che si vestivano a festa la domenica per chiudersi dentro le loro
prigioni dorate e farsi indottrinare e istupidire dalle omelie dei preti di
turno. No, tu eri un ragazzo, un uomo, libero. Nessuno ti avrebbe messo il
cappio al collo, men che meno un cappio al cervello.
E allora non mi
spiego questo tintinnio madreperlato, che insieme alla conchiglia canta una
storia vecchia di qualche millennio che turba le orecchie di chi ama e mette, al
di sopra di tutto, la propria libertà.
Non mi spiego
perché, tra gli infiniti pensieri possibili, hai scelto di regalarmi, di
regalarci, proprio un rosario. Così bello, così… non so.
Oggi, amico caro,
sei lontano. Non dal nostro cuore ma soltanto dai nostri occhi.
Hai fatto le tue
scelte, hai deviato il corso dei tuoi giorni, cadenzati dai gesti quotidiani, per esondare
verso una vita nuova e verso nuovi orizzonti.
Ogni tanto mi
giunge l’eco dei tuoi pensieri, ma solo un’eco di seconda mano. Non so che vita
fai, non so cosa è rimasto oggi delle tue lotte appassionate per conservare
spazi interiori a dispetto della follia umana che dilaga e preme, fino a
togliere il respiro.
So che ora canti
dentro un rosario. E brilli in una piccola croce incisa nella fede. Forgiata
col tuo oro.
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