A quest’ora della sera le dune di sabbia proiettano lunghe
ombre che lambiscono il mare, piatto come un lago. Un profilo di luna veglia
ondeggiando dall’alto del cielo.
La ricerca mi conduce nei luoghi della memoria. Da chissà
dove, tra le nebbie lattiginose, ecco risalire alla mente
le scene di un sogno un poco sbiadito. Mi siedo sulla sabbia e guardo verso l’orizzonte...
Il signore del fuoco è lì, seduto sulla sabbia, ammantato di
silenzio.
Prepara da dieci lune il suo incontro col destino. Lei arriva puntuale, dopo un lungo cammino
sulla riva ricamata di schiuma, gli occhi di argento brunito che trafiggono
l'aria, due raggi di lama sottili e sapienti.
Gli si siede di fronte, dentro al cerchio di carboni ardenti
disegnato con cura. Dopo attimi sospesi nell’eternità, l’uomo e la donna si prendono
le mani, guardandosi fissi fino all’anima. Il sole scivola dietro le dune. Arriva
il buio. E di nuovo la luce, poi di nuovo buio. Passa il tempo, tanto tempo.
I capelli dell’uomo brillano di fuoco anche quando la notte è
orfana di luna. Gli occhi di lei sono fissi, spalancati verso uno spazio
infinito, mentre il suono misterioso del silenzio tesse attorno a loro
geometrie di scale che salgono verso un cielo dai colori sempre nuovi.
Il vento passa e
ripassa tra i due corpi immobili e attenti, a volte giocando, a volte
infuriandosi e mugghiando, senza mai riuscire a smuoverli, a spaventarli. Senza
riuscire a disserrare le loro mani.
Su di loro si rincorrono le stagioni, un carosello di colori
li trasforma. Ricoperti di neve, carezzati dai profumi di primavera, bruciati
dall'estate. E poi nuovamente autunno.
Il vento ruggisce d’invidia nel tentare di sciogliere il nodo
delle loro mani, ci soffia contro con forza. Strappa loro le vesti, ne scolpisce
i corpi immoti, leviga le asperità dei profili, ne disperde i capelli e le
ciglia. Ma non riesce a domare quegli occhi scavati di stanchezza che cercano
verità.
Col tempo i loro sguardi prendono corpo, diventano due ponti
sottili e forti; e all’arrivo della primavera su quei ponti fioriscono le rose
e i loro petali profumano la spiaggia. E quando, volteggiando dolcemente, si
adagiano sulla sabbia, in quel punto nasce un'altra rosa.
Pian piano è tutto un fiorire di rose di ogni colore.
Un petalo bianco, trasportato dal vento, si è impigliato su
un ramo d'oleandro cresciuto lungo gli argini di un fiume ciottoloso e ormai
asciutto.
Su quei ciottoli riposa la speranza. Al profumo intenso del
petalo, si sveglia dal breve sonno e, seguendo l'invisibile scia, arriva fino
al ponte di rose.
Una luce dorata si sprigiona con forza dall'antica scultura
levigata dal vento. Alla luce si accosta leggera la felicità. Tra loro è subito
armonia.
Più in là, una madre con la sua bimba giocano a rincorrersi
sulla spiaggia. Le loro grida di libertà salgono su, su, fino in cielo. Si
confondono con le risate dei gabbiani. Sulla sabbia, le loro orme informi si
rincorrono verso un futuro ancora da scoprire.
Ora, stanche e spettinate, sono
arrivate fin sotto il ponte lucente, attirate dal profumo dei fiori. Si
lasciano cadere senza ormai più fiato per la lunga corsa. La bambina si getta
sul corpo della madre e insieme creano un nuovo corpo che respira al ritmo del
gioco, si arrotola e si scioglie come un'onda sulla riva. La bambina si alza e
scappa portando con sé risate di cristallo. La madre, rimasta a terra, guarda
il cielo libero da nubi, avvolta da una nostalgia di bellezza ormai
dimenticata.
L’uomo dai capelli di fuoco la vede da lontano. In quel
preciso istante il suo cuore tormentato si placa. Quelle orme informi, che si srotolavano
sotto i suoi piedi, gli avevano suggerito la via.
La raggiunge sotto il ponte. Senza dire una parola.
Gli occhi della donna sono di argento brunito. Gli occhi
dell'uomo fiamme sognanti. In silenzio, si prendono la mano. Una luce dorata,
sprigionandosi dall'antica scultura, li avvolge in un istante. I cristalli
impuri delle loro anime si fondono per poi ricomporsi in nuovi gioielli di
luce. La speranza li sorprende nell'attimo stesso in cui una pioggia di petali
di ogni colore esplode su di loro.
Da quella pioggia nasce un rivolo, che ingrossa sempre più, diventa
torrente impetuoso. Presto è un fiume in piena che traccia nuove strade verso il
futuro, un fiume che spazza via le paure, libera il respiro ingabbiato, ora potente
e profumato di vita. Mentre il fiume, inarcandosi in un guizzo, si getta fecondo
nel mare.
Apro gli occhi. Oggi l’aria profuma di rose.
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