Ci sono porte
segrete nascoste in ogni storia. Tanto segrete che a volte neppure il narratore
ne è consapevole, e le spalanca a sua insaputa, offrendoci così la visione di
beni preziosi. Dimenticati.
E’ accaduto
qualcosa di simile poco tempo fa, quando un’amica ha voluto condividere con me l’emozione
che ha provato leggendo l’autobiografia di un autore russo in cui ricordava la
sua infanzia, vissuta nel terrore di un padre severo e addolcita dalla presenza
di una madre pia e piena di tenerezza.
Ma è in queste poche
parole che è contenuta la porta. Ed è attraverso questa che ho potuto ritrovare
la mia perla preziosa. Il ritratto di un mondo pieno di forza e di vera
bellezza.
“In un angolo della
casa c’era un piccolo inginocchiatoio posto davanti a un altarino. Quando era
il momento di pregare, mia madre si gettava in ginocchio, fissando l’immagine
sacra si faceva un lento segno di croce ed entrava in un’altra dimensione.”
Un’immagine antica
e potente, soffusa di dolcezza: una madre in preghiera. Ma c’è molto di più. C’è
una madre che nella preghiera si “tuffa” e con un semplice segno di croce è
capace di passare dalle stringenti necessità della vita quotidiana, spesso
dura, ad una dimensione filiale.
Il mondo dei
bambini nello spirito. Si, perché i bambini osano domandare con semplicità. Con
semplicità chiedono di essere amati. E lo fanno senza tante parole.
Un bambino si fida
senza timore. Ha il cuore aperto. E tutto quanto fa, anche se ripetuto all’infinito,
è ogni volta nuovo.
Perché i bambini
non conoscono l’abitudine.
Per i bambini non
esistono minuzie. Ogni cosa, nel suo mondo, è enormemente importante e fonte di
continua meraviglia.
Perché i bambini
sanno, molto più di noi, che la nostra vita è solo una particella di qualcosa di
grande e misterioso. Ancora da scoprire. Da vivere nella pienezza. In un gesto di filiale abbandono.
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