Il rosa
Che accende questo
cielo
Profuma l’aria di
arrivi
Ancora lontani
E partenze
Che già palpitano
in cuore
Ma che gli occhi
Non sanno ancora guardare.
Oggi ho salutato
il papà della mia cara amica: partiva per un viaggio lungo, lunghissimo. Eterno.
Tre sillabe difficili da pronunciare, da mettere i brividi.
E - TER - NO…
Possiamo provare
ad avvicinarci, in punta di piedi, al sottile confine tra la vita e l’aldilà, possiamo
desiderare di gettare uno sguardo oltre il tempo, con occhi pieni di lacrime e
cuore straziato quando il saluto ci tocca così da vicino. Ma l’ignoto ci
sovrasta, costringendoci a prendere atto della nostra fragilità davanti alla
morte. Davanti al mistero del dopo.
Perché, in fondo,
il senso di tutto è racchiuso in quell’ultimo passo.
“Secondo te, perché sono così serena ora? E’ normale?” – mi ha domandato l’amica, nei
cui occhi leggevo un dolore grande, tanto grande. Eppure scintillavano di luce.
“E’ perché hai fede… – le ho risposto – la fede fa la differenza.”
Abbiamo parlato sottovoce,
mentre le spoglie del papà venivano amorevolmente deposte nella sua piccola
dimora terrena.
Dall’ovale di
ceramica ci sorrideva sornione, quasi divertito da tutto quell’assembramento di
gente venuta proprio per lui.
“Si
– ha ripreso lei – lo sento qui, lo sento
vicino. E’ vivo.”
Non erano parole
di autoconsolazione. Semplicemente l’espressione di un cuore dal quale sono
caduti i veli della pura razionalità e che è entrato in sintonia con una dimensione
sottile e invisibile. Ma altrettanto reale.
Perché solo un cuore
rinnovato dalla luce della fede è capace di gettare lo sguardo oltre il tempo,
oltre lo spazio.
Solo un cuore rinnovato dalla luce della fede è capace di accogliere la verità sull’Amore.
E la verità è che non esiste la morte, perché siamo fatti per l’eternità.
Solo un cuore rinnovato dalla luce della fede è capace di accogliere la verità sull’Amore.
E la verità è che non esiste la morte, perché siamo fatti per l’eternità.
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