“Non sei tu a fare
il cammino: è il cammino a fare te.”
Questa frase,
sentita stamattina mentre passavo davanti alla radio, mi ha catturata.
A parlare era una
voce di uomo, all’apparenza anziano, che raccontava del suo pellegrinaggio a Santiago
di Compostela.
Un viaggio
maturato per anni, fino a quando è arrivato per lui il momento giusto. Perché per
ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il sole, ci
ricorda il libro del Qoelet.
Per l’uomo della
radio, il tempo giusto è arrivato la mattina in cui sua moglie – dopo averlo
visto rientrare dall’ennesima passeggiata nei paraggi di casa – gli ha detto: “Io
credo che sia ora che tu vada a Santiago”.
Tre giorni dopo ha
inizio il suo avventuroso viaggio in solitaria. Da quel viaggio ritorna
profondamente cambiato.
Una piccola storia
per raccontare una grande storia, che ci riguarda tutti, in un modo o in un
altro.
Perché in fondo
ogni pellegrinaggio, e quello a Santiago in un modo speciale, è la metafora del
nostro cammino terreno. Un viaggio in solitaria, anche quando lungo il percorso
incontriamo anime che come noi cercano risposte. Ma il vero viaggio, come ci
insegna ogni vero pellegrino, è quello che ci porterà a dire:
…Non sei tu a fare
il cammino: è il cammino a fare te…
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