domenica 12 aprile 2015

Domenica in Albis (deponendis)

Oggi si celebra la Festa della Divina Misericordia, proclamata nel 2000 da Papa Giovanni Paolo II. E' il giorno della Domenica in Albis deponendis, a ricordo del rito del Battesimo quando, durante la solenne Veglia Pasquale, i nuovi battezzati ricevevano e indossavano una veste bianca, simbolo della vita nuova appena ricevuta dal Signore; trascorsi otto giorni, si deponevano le vesti bianche per riprendere le vesti della vita quotidiana. Anche noi, terminata la Messa, finita la gioia dei festeggiamenti della Pasqua, riprendiamo le vesti ordinarie insieme alle nostre abitudini ordinarie, correndo spesso il rischio di una sorta di "schizofrenia cattolica", secondo la forte espressione del canonico Mons. Mario Ledda che in tal modo definisce una diffusa tendenza a separare i momenti di celebrazione, devozione e spiritualità dai valori a cui ci si ispira nelle scelte di ogni giorno, correndo il rischio di vivere due vite parallele e ben differenti, che non dialogano tra di loro. Per non dire che spesso sono proprio in contrasto stridente. Imploriamo su noi tutti la Divina Misericordia, l'Amore senza fine dato in gratuità dal Signore per venire incontro alle nostre continue mancanze di amore, alle nostre continue cadute e ai nostri voltafaccia, alla nostra paralizzante indifferenza verso i fratelli. Dal costato di Gesù sgorga continuo e inarrestabile un fiume di Grazia che è fonte di salvezza. L'anno giubilare dedicato alla Divina Misericordia, appena proclamato da Papa Francesco, ci ricorda che tutti abbiamo bisogno di ricorrere alla sorgente dell'Amore, che è Cristo. Per rinascere ogni giorno a nuova vita.
“Victimae paschali laudes immolent christiani”
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre. 
Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea». 
Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi. 

domenica 5 aprile 2015

Pasqua dei macigni rotolati

Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione, del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

(don Tonino Bello)

sabato 4 aprile 2015

E' l'ora del Dio morto.

Sabato Santo.
Il mondo è immerso nelle tenebre. Buio nei cuori, nelle menti, nelle coscienze. E' l'ora del Dio morto. L'ora in cui l'uomo vuole prendere il posto di Dio, diventare dio. Il Signore della Vita, l'ha chiuso dentro un sepolcro. Perché l'uomo si vuole appropriare anche della vita. Eppure, in questa lunga notte che sembra non avere domani, in questa notte in cui anche la speranza sembra sepolta insieme al Grande Assente, ecco, nascosto allo sguardo di chi ancora non crede, germoglia il seme di Luce che esplodendo dalla notte ricrea l'Universo. E sarà Pasqua di Risurrezione.


venerdì 3 aprile 2015

Il tempo della Croce

Venerdì Santo. 
Si è fatto buio sulla terra. Dio e l’Uomo tacciono. Il tempo del silenzio. Tempo di abbassare lo sguardo davanti alla nostra miseria. Di meditare sulle nostre paure. Questo Venerdì ci ricorda che la croce, prima o poi, riguarda tutti, perché ci stiamo appesi noi, o perché ci abbiamo appeso qualcun altro. Anche l’indifferenza può uccidere e il male nasce dall’assenza di amore. Venerdì di silenzio. Il cuore tace e si interroga.

giovedì 2 aprile 2015

La Chiesa col grembiule


Giovedì Santo.
E' il giorno in cui la Chiesa celebra, nell'Ultima Cena del Signore, l'istituzione dell'Eucaristia e del sacerdozio, concepito come servizio. Farsi servi dei fratelli. Quella che don Tonino Bello chiamava la chiesa col grembiule. Gesù si è fatto servo, ce l'ha voluto insegnare attraverso il gesto della lavanda dei piedi. Poco prima di offrirsi ai Suoi nemici per amore di ognuno di noi.
Stasera Papa Francesco ha celebrato la Messa in Coena Domini nel carcere di Rebibbia. Dopo il Vangelo, ha chiesto di pregare per lui "Perché io diventi più schiavo di voi, nel servizio della gente".
Si è poi chiesto che differenza ci sia tra coloro che sono ristretti dentro un carcere e lui, e ognuno di noi: perché tutti sbagliamo. Solo che i destini sono diversi.
L'abbiamo visto poi chinarsi a lavare i piedi a 12 detenuti che, commossi, porgevano il piede al bacio del Papa. Tra questi una mamma col suo bambino, anche lui scalzo e pronto per il bacio. Difficile trattenere la commozione davanti ad un gesto tanto semplice e tanto dirompente.
Come semplice e dirompente è la forza dell'amore.

"Di fronte a chi decide di amare non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale che non rotoli via. Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione" (don Tonino Bello)

mercoledì 1 aprile 2015

Sardegna flagellata


Carissima sorella,
senti come il vento flagella il dorso della nostra terra?
Senti come le spine affondano sul suo capo, pieno di superbia?
Guarda come l'hanno spogliata delle sue vesti ed umiliata. Le hanno dato uno scettro di canna mentre altre potenze decidono sulla sua vita.
Non senti come fuori l'inferno grida per condannarla a morte?
Potranno pure inchiodarne i più fedeli figli ad una croce... ma la Pasqua di Risurrezione è alle porte!