giovedì 2 aprile 2015

La Chiesa col grembiule


Giovedì Santo.
E' il giorno in cui la Chiesa celebra, nell'Ultima Cena del Signore, l'istituzione dell'Eucaristia e del sacerdozio, concepito come servizio. Farsi servi dei fratelli. Quella che don Tonino Bello chiamava la chiesa col grembiule. Gesù si è fatto servo, ce l'ha voluto insegnare attraverso il gesto della lavanda dei piedi. Poco prima di offrirsi ai Suoi nemici per amore di ognuno di noi.
Stasera Papa Francesco ha celebrato la Messa in Coena Domini nel carcere di Rebibbia. Dopo il Vangelo, ha chiesto di pregare per lui "Perché io diventi più schiavo di voi, nel servizio della gente".
Si è poi chiesto che differenza ci sia tra coloro che sono ristretti dentro un carcere e lui, e ognuno di noi: perché tutti sbagliamo. Solo che i destini sono diversi.
L'abbiamo visto poi chinarsi a lavare i piedi a 12 detenuti che, commossi, porgevano il piede al bacio del Papa. Tra questi una mamma col suo bambino, anche lui scalzo e pronto per il bacio. Difficile trattenere la commozione davanti ad un gesto tanto semplice e tanto dirompente.
Come semplice e dirompente è la forza dell'amore.

"Di fronte a chi decide di amare non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale che non rotoli via. Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione" (don Tonino Bello)

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