lunedì 14 aprile 2014

Volo del seme

La salita al colle si fa più faticosa. Sarà che è iniziata la primavera e la terra si fa più vicina al sole. Intorno la natura vibra di colori e ronzii e profumi che risvegliano la mente e l’aria brulica di vita e di attività, come un grande alveare a cielo aperto.
Un piccolo seme volteggia davanti al mio viso. Mi pare di sentire la sua voce.

Oggi mi sono staccato dal tuo corpo, madre, e mi sono ritrovato a volare. Sfiorato dagli uccelli, a mia volta dotato di piccole ali lanuginose che brillano al sole di aprile, ho sorvolato un manto di verde pulsante. Sopra di me l’azzurro infinito.
Mi sembra di vivere un sogno. Sono cresciuto aggrappato alle tue cellule, dapprima un piccolo seme, infinitesimale, poi, via via, più grande e più forte. Ho succhiato da te la vita, mi hai offerto energia perché il mio corpo completasse il suo ciclo di crescita. Ed ora è arrivato il momento di andar via.
Avevo sempre cercato di immaginare il mondo oltre i nostri confini. Già l’intravedevo. Ombre, fruscii di colore, piogge di luci. E la tua voce. Incessante, un’onda fremente, scivolosa, fresca e benefica, qualche volta cupa, sorda, gigantesca. Mi sentivo sballottato, cullato, ninnato. Non avevo paura. La tua forza mi rassicurava. Ma nei miei piccoli giorni cresceva il desiderio di sapere cosa viveva più in là, a chi appartenevano quelle altre voci che in certi momenti creavano un’armonia sulla quale era bello navigare e lasciarsi trasportare fino a sfiorare, col fiato sospeso, una vetta irraggiungibile. Ma io quella vetta volevo toccarla, guardarla, conoscerla.
Volevo nascere.
E’ bastato un soffio d’aria e il filo che ci univa di colpo si è spezzato. Un attimo di stupore e poi, a cavallo del vento, su una minuscola sella di speranza, è iniziato il mio viaggio verso la conoscenza, attraverso la storia del mio popolo immobile e maestoso, custode dei segreti della terra.



Un piccolo seme che sfiora la mia guancia, mi racconta la storia di un popolo.
Rimango incantata nello scoprire quanta saggezza si nasconde dietro ogni vita. Dentro il creato. Scopro con gioia di far parte integrante di questo grande alveare dove ogni cosa ha un suo posto e un suo ruolo preciso. Unico e irripetibile. Sento in modo intenso e doloroso la bellezza di esistere dentro questa vita. Così com’è. Così come sono.
Acqua che affiora dal lago profondo dell’essere. Sorgente di vita.
E un piccolo seme che toccherà terra. Marcirà. Farà nascere una nuova vita.

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