lunedì 21 luglio 2014

Porte segrete


Ci sono porte segrete nascoste in ogni storia. Tanto segrete che a volte neppure il narratore ne è consapevole, e le spalanca a sua insaputa, offrendoci così la visione di beni preziosi. Dimenticati.
E’ accaduto qualcosa di simile poco tempo fa, quando un’amica ha voluto condividere con me l’emozione che ha provato leggendo l’autobiografia di un autore russo in cui ricordava la sua infanzia, vissuta nel terrore di un padre severo e addolcita dalla presenza di una madre pia e piena di tenerezza.
Ma è in queste poche parole che è contenuta la porta. Ed è attraverso questa che ho potuto ritrovare la mia perla preziosa. Il ritratto di un mondo pieno di forza e di vera bellezza.

 “In un angolo della casa c’era un piccolo inginocchiatoio posto davanti a un altarino. Quando era il momento di pregare, mia madre si gettava in ginocchio, fissando l’immagine sacra si faceva un lento segno di croce ed entrava in un’altra dimensione.”

Un’immagine antica e potente, soffusa di dolcezza: una madre in preghiera. Ma c’è molto di più. C’è una madre che nella preghiera si “tuffa” e con un semplice segno di croce è capace di passare dalle stringenti necessità della vita quotidiana, spesso dura, ad una dimensione filiale.
Il mondo dei bambini nello spirito. Si, perché i bambini osano domandare con semplicità. Con semplicità chiedono di essere amati. E lo fanno senza tante parole.
Un bambino si fida senza timore. Ha il cuore aperto. E tutto quanto fa, anche se ripetuto all’infinito, è ogni volta nuovo.
Perché i bambini non conoscono l’abitudine.
Per i bambini non esistono minuzie. Ogni cosa, nel suo mondo, è enormemente importante e fonte di continua meraviglia.
Perché i bambini sanno, molto più di noi, che la nostra vita è solo una particella di qualcosa di grande e misterioso. Ancora da scoprire. Da vivere nella pienezza. In un gesto di filiale abbandono.



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