sabato 19 luglio 2014

Profumi di eternità


Il rosa
Che accende questo cielo
Profuma l’aria di arrivi
Ancora lontani
E partenze
Che già palpitano in cuore
Ma che gli occhi
Non sanno ancora guardare.

Oggi ho salutato il papà della mia cara amica: partiva per un viaggio lungo, lunghissimo. Eterno. Tre sillabe difficili da pronunciare, da mettere i brividi.
E - TER - NO…
Possiamo provare ad avvicinarci, in punta di piedi, al sottile confine tra la vita e l’aldilà, possiamo desiderare di gettare uno sguardo oltre il tempo, con occhi pieni di lacrime e cuore straziato quando il saluto ci tocca così da vicino. Ma l’ignoto ci sovrasta, costringendoci a prendere atto della nostra fragilità davanti alla morte. Davanti al mistero del dopo.
Perché, in fondo, il senso di tutto è racchiuso in quell’ultimo passo.
“Secondo te, perché sono così serena ora? E’ normale?” – mi ha domandato l’amica, nei cui occhi leggevo un dolore grande, tanto grande. Eppure scintillavano di luce.
E’ perché hai fede… – le ho risposto – la fede fa la differenza.”
Abbiamo parlato sottovoce, mentre le spoglie del papà venivano amorevolmente deposte nella sua piccola dimora terrena. 
Dall’ovale di ceramica ci sorrideva sornione, quasi divertito da tutto quell’assembramento di gente venuta proprio per lui.
“Si – ha ripreso lei – lo sento qui, lo sento vicino. E’ vivo.”
Non erano parole di autoconsolazione. Semplicemente l’espressione di un cuore dal quale sono caduti i veli della pura razionalità e che è entrato in sintonia con una dimensione sottile e invisibile. Ma altrettanto reale.

Perché solo un cuore rinnovato dalla luce della fede è capace di gettare lo sguardo oltre il tempo, oltre lo spazio.
Solo un cuore rinnovato dalla luce della fede è capace di accogliere la verità sull’Amore.
E la verità è che non esiste la morte, perché siamo fatti per l’eternità.


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