giovedì 21 agosto 2014

Il fotografo

"Mi dai la mano?" – chiede lui. Ma la ragazza lo guarda con gli occhi attoniti di chi ha visto troppo per la sua giovane età. Sembra non capire.
Appostato nell’ombra, un cecchino aveva colpito sette birilli con braccia e gambe, lasciandoli stesi in mezzo alla polvere tinta di rosso. Lei si era salvata fuggendo come una lepre davanti al cacciatore e si era andata a nascondere dietro un portone verde speranza, dove stava rintanato un altro cacciatore. D'immagini.
Con voce calma le ripete: "Mi dai la mano?". A quella strana domanda segue un silenzio che odora di terra bruciata, di zolfo infernale. Tutt'attorno, come una cappa, un fetore di morte. Ancora alcuni colpi di fucile. Poi, di nuovo, silenzio. Lei guarda l'uomo attraverso il muro della sua disperazione, tirato su troppo in fretta da cuori crudeli. Con gesto lento, gli tende una mano fredda e sudata. Le loro mani si annodano. Quelle dita incrociate parlano di bisogni sepolti sotto cumuli di macerie, raccontano sogni mai sognati.
Una granata esplode in lontananza, cupa, feroce. Poi muoiono anche i suoni. Da bambina, solo pochi anni prima, le avevano raccontato che il silenzio era la musica degli angeli. Ma quello che ora l'avvolge è una musica oscena e irreale. La stretta di mano si fa più intensa. I battiti del cuore dilatano le sue pupille, già così piene di rovine.
"Quanto manca a domani?" – sussurra lei, come parlando a se stessa.
"Perché? - chiede l’uomo in tono leggermente stupito - hai qualcosa d'importante da fare domani?".
"No".
"Allora? Perché vuoi saperlo.”
"Così...".
Un brivido sulla schiena le congela i pensieri. Lui l’accoglie tra le braccia e insieme si siedono su un gradino consumato da infiniti passi. Aspettano. Forse un momento di calma per tornare da qualche parte di quel mondo sottosopra.
"Fai le foto?" – sussurra la ragazza.
"Sì. Lavoro per un giornale italiano".
"Chi te lo fa fare?".
"Cosa?".
"Stare qui. Rischiare la vita".
"Oh, certo, non mi costringe nessuno. Ma sai, credo ancora nella pace. Credo nella forza della verità. Nell'amore. Credo ancora nell'uomo…”
Senza accorgersene, le stringe più forte la mano. Gli occhi fissi verso un punto indefinito, sussurra:
"Sai, adesso noi, qui, proprio qui, siamo seduti davanti alla porta del futuro. Io lotto per poterti ancora dire che qualcosa cambierà".
La ragazza lo fissa a lungo, poi, con un filo di voce, replica:
"Anch'io voglio sperarlo... ma non ci credo più".
"Non arrenderti. Non farlo mai! A proposito... domani è domenica…"

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