venerdì 17 ottobre 2014

Il rosario e la fede

Stasera, mentre cercavo l’interruttore vicino al letto per accendere la luce, ho sfiorato inavvertitamente il rosario appeso al muro. L’ho sentito tintinnare tra la parete e la grande conchiglia bianca dei pellegrini di Santiago di Compostela.
Quel suono mi ha chiamato, attirando la mia attenzione sulla sua esistenza, ma soprattutto sulla sua storia. E tu, quella storia la conosci bene, dato che quel rosario l’hai costruito proprio con le tue mani. Un grande rosario dai grani bianchi e con la croce in madreperla, lucente.
Era il tuo dono prezioso, il dono di un amico per il mio matrimonio.
Prezioso, sì. Perché arrivava da qualcuno che aveva sempre combattuto la Chiesa e coloro che la frequentavano. Perché così avevi imparato in famiglia, dove si respirava la libertà sudata dei figli di operai e conquistata a duro prezzo. Cresciuto con pane e cipolle. Ma figlio della libertà di pensiero. Non come quei bigotti che si vestivano a festa la domenica per chiudersi dentro le loro prigioni dorate e farsi indottrinare e istupidire dalle omelie dei preti di turno. No, tu eri un ragazzo, un uomo, libero. Nessuno ti avrebbe messo il cappio al collo, men che meno un cappio al cervello.
E allora non mi spiego questo tintinnio madreperlato, che insieme alla conchiglia canta una storia vecchia di qualche millennio che turba le orecchie di chi ama e mette, al di sopra di tutto, la propria libertà.
Non mi spiego perché, tra gli infiniti pensieri possibili, hai scelto di regalarmi, di regalarci, proprio un rosario. Così bello, così… non so.
Oggi, amico caro, sei lontano. Non dal nostro cuore ma soltanto dai nostri occhi.
Hai fatto le tue scelte, hai deviato il corso dei tuoi giorni, cadenzati dai gesti quotidiani, per esondare verso una vita nuova e verso nuovi orizzonti.
Ogni tanto mi giunge l’eco dei tuoi pensieri, ma solo un’eco di seconda mano. Non so che vita fai, non so cosa è rimasto oggi delle tue lotte appassionate per conservare spazi interiori a dispetto della follia umana che dilaga e preme, fino a togliere il respiro.
So che ora canti dentro un rosario. E brilli in una piccola croce incisa nella fede. Forgiata col tuo oro.

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