sabato 18 ottobre 2014

Tra Babilonia e Gerusalemme

Qualcuno ha detto che nel cuore di ogni giovane è nascosta la spinta a morire per una causa nobile, mentre all’uomo maturo è chiesto il sacrificio di vivere umilmente per essa. Fino alla fine.
A monte di questo c’è la scelta di un valore in cui credere. Uno scopo più forte di tutto per il quale lottare e morire, che ci fa sentire vivi e che da un senso ai nostri giorni. Qualunque sia la condizione in cui ci troviamo ad operare.
A valle, la battaglia quotidiana che ci vede impegnati sotto lo stendardo dei nostri principi e della nostra fede, di qualunque natura sia. Sì, perché la fede non è prerogativa dei religiosi, o dei laici credenti ma appartiene a chiunque. C’è chi ha fede in un altro essere umano, in una squadra di calcio, nella propria bellezza, nel piacere, nel denaro, nel successo, nel potere, e su questi fonda la propria esistenza e i propri sforzi. C’è chi ha fede in Dio. Nel Dio che è amore.
Paolo VI, che verrà beatificato domani, diceva che si predica solo attraverso l’amore. Parlava anche di “civiltà dell’amore”. E qualunque civiltà si costruisce, prima di tutto, dentro la famiglia, questa piccola comunità dove un uomo e una donna si sono liberamente scelti e amandosi hanno dato vita ad un altro essere umano da proteggere e crescere, fino a renderlo capace di compiere quelle scelte di campo che lo vedranno pronto ad offrire i propri sacrifici e la propria vita per esse.
In questo modo partecipiamo alla creazione. E siamo tutti chiamati a partecipare, con le nostre azioni, con le nostre parole, a costruire quella civiltà dell’amore in cui tutti vorremmo abitare. Prima di tutto nella nostra famiglia, che diventa così una piccola Chiesa domestica.
C’è una divina Parola che crea e che continua a creare in un presente senza fine, in un tempo fuori dal nostro ma che già lo abita per rivelarci l’eterno. Il tempo senza fine della Gerusalemme celeste, a cui però si contrappone la nostra Babilonia in terra, quell’inferno dove il tempo è denaro, dove il tempo è in mano ai potenti, dove il tempo del piacere scorre diversamente dal tempo del bisogno e non se ne prende cura. Il tempo del diritto ad ogni costo che lascia ogni dovere all’altro, anche quello di difendere la vita stessa. Compresa la vita di chi è impegnato a costruire Babilonia.
Mi è sempre più chiaro perché qualcuno ha detto che nel cuore di ogni giovane è nascosta la spinta a morire per una causa nobile, mentre all’uomo maturo è chiesto il sacrificio di vivere umilmente per essa. Fino alla fine… Io scelgo la civiltà dell’amore.

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