mercoledì 11 marzo 2015

Hotel della Luna

Ci sono persone che non vanno mai in vacanza, se per vacanza si intende quel legittimo periodo di riposo di cui ogni essere umano ha necessità. Persone il cui cuore ballonzola e gorgoglia senza posa sotto il fuoco dello Spirito, come acqua che bolle dentro una pentola. Persone per cui le giornate non finiscono col buio della notte e i cui pensieri non si interrompono nel sonno. Sempre pronti per qualunque necessità. Genitori, prima di tutto, padri e madri, premurosi e instancabili nel donarsi gratis et amore Dei, per amore dell’altro. Padri d’anime. Come don Virginio.
Ci sono persone il cui cuore non ballonzola e gorgoglia sotto il fuoco dello Spirito. E che a malapena riescono a tenerlo ancora in movimento, a tenerlo vivo il proprio cuore, perché stanco e affaticato dai troppi no, dall’indifferenza glaciale che chiude la porta in faccia a chi si trova in difficoltà. Come il cuore di Michele.
Virginio e Michele sono entrati nella mia casa, oggi, trasportati fraternamente insieme dentro una busta della Casa di Carità di Milano, di cui Virginio è da qualche anno direttore. Una delle buste che spesso vengono recapitate dai postini nelle nostre case e che si affidano alla sensibilità di chi le aprirà.
Don Virginio racconta qualcuna delle storie che ha incontrato, nel tentativo di farci entrare nelle sue giornate. Per chiederci di condividere, per quanto possiamo, il suo amore agli altri. Una in particolare mi ha conquistata. Michele un giorno è stato raggiunto dai volontari della Casa di Carità, persone generose che girano instancabili in cerca di fratelli in difficoltà per offrire loro un pasto, un letto, un cuore che ascolta. Michele viveva per strada, senza chiedere nulla a nessuno. Gli è stato proposto un luogo dove dormire, ma lui, con delicatezza, ha respinto l'offerta: “Dormo all’Hotel della Luna”. In realtà l’Hotel della Luna era la panchina dalla quale poteva vedere il cielo. Già, perché per tenere il cuore vivo, per farlo ancora ballonzolare sotto la fiamma della Vita, Michele ha rivestito i suoi giorni di poesia e si è rifugiato nella notte sotto il manto profumato dei sogni. Neppure il freddo di tanti sguardi è riuscito a strappare dal suo cuore ferito quel barlume di calore, l'ultima fiaccola di speranza. Niente e nessuno ha potuto sradicarlo dalla visione della sua bellezza interiore e dalla bellezza del cielo. Ora però Michele ha saldato il conto all’Hotel della Luna e si è trasferito in un luogo da cui guardare il sole e dove la vita mostra un volto più dolce.
Grazie, Michele, per avere eroicamente custodito nel tuo cuore la bellezza. Grazie, padre Virginio, per aver confermato col tuo amore la bellezza presente nel cuore di Michele. Presente nel cuore di ogni essere umano.                            


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