venerdì 18 luglio 2014

Essere madri


La madre, in Oriente, per svezzare il proprio bambino si colora il seno di nero. Così il bambino non lo desidera più e in qualche modo avverte che la madre lo costringe ad allontanarsi da lei.
Lo svezzamento può provocare, nel piccolo, rabbia verso la sua mamma, perché gli toglie il cibo e la sorgente del piacere. Lo priva del senso di protezione, tanto prezioso e consolante. Ma anche la mamma patisce il distacco. E’ un gesto che costa ad entrambi. Un passo che richiede sacrificio e determinazione al bene, che va compiuto quando arriva il tempo giusto. Nel tempo stabilito per quella crescita.
Solo così il bambino può essere accompagnato ad entrare in una fase diversa, verso una conquista. Un passo importante verso la sua futura indipendenza.
Essere madri non è semplice. Essere madri è una missione per la quale è richiesta generosità nella donazione di sé. Generosità nella rinuncia all’esclusiva. Amore. Umiltà nella disponibilità ad imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. Essere madri è, semplicemente, un grande dono. E a fronte di ogni dono, come Dio ci insegna con la Parola e con la Vita, c’è sempre una grande responsabilità.
Penso a San Giovanni Battista, che come voce di uno che grida nel deserto ammoniva di preparare le vie del Signore, raddrizzare i suoi sentieri.
In qualche modo, lo associo alla missione che ogni madre ha verso il proprio figlio: preparare le vie del futuro, raddrizzare i sentieri difettosi, colmare i burroni delle mancanze, spianare i colli della superbia.
E, di fase in fase, colorarsi il seno di nero e, con disinteressato amore, predisporsi ai salutari distacchi. Seppure dolorosi. Rendendoli infine autonomi e capaci di camminare per il mondo. Liberi.

Madre è chiunque sappia aiutare uno dei nostri piccoli, dei nostri giovani, a crescere. Essere madre, essere genitore, è un dovere di ogni adulto che sia davvero tale. Non è un diritto. E’ un grande dono.

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