mercoledì 16 luglio 2014

Monte Carmelo

Oggi è il giorno della Madonna del Carmelo. Ci parla di un cammino di ascesi, costellato di fatiche. E di doni celesti. Cammino che riguarda ognuno di noi, credenti e non credenti, riottosi o zelanti, animati dalla gioia e oscurati dal timore. Saliamo al monte. Protesi verso la cima, verso il mistero dell’Incontro.


Il Monte Carmelo, dove il profeta Elia, che lì dimorava in una grotta, vide la Vergine che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte, portando quella pioggia che avrebbe salvato Israele dalla siccità.
Immagine della fecondità e della vita che Maria ha donato al mondo attraverso il Verbo divino, suo Figlio.

E insieme si risvegliano profili di altri Monti, che esercitano nel tempo un richiamo irresistibile, al quale ci agganciamo per ritrovare le nostre radici più profonde.
Sion – Sinai (Horeb) – Monte Carmelo – Tabor (Hermon) – Monte degli Ulivi  – Calvario (Golgota): nomi che racchiudono la storia e il cammino dell’umanità e di ogni singolo uomo. Luoghi che ci parlano di un popolo chiamato alla gioia. Parlano di noi.

Sion è il monte della fede. E’ il luogo dove Dio è sceso per incontrare l’uomo, dove Dio ha incontrato Abramo, padre di molte genti, primo patriarca dell’ebraismo, dell’islam, del cristianesimo.
Su quel monte Abramo è salito per offrire tutto quanto aveva di più prezioso: l’unico figlio, come segno di una fede totale in Dio.
Sion è il monte dove Dio mette alla prova della verità il nostro si.

Sinai (Horeb), dove Mosé, ricordando l’esperienza dell’incontro con Dio nel roveto ardente, dice che “Il Signore vi parlò dal fuoco, voi udivate soltanto una voce di parole, un suono di parole, ma non vedevate alcuna figura”.
In quel luogo abbiamo ricevuto la Legge che non tramonta e dove conosciamo la potenza di Dio e le sue illuminazioni.

Sul Tabor Gesù ha mostrato ai suoi tre discepoli prediletti la propria Gloria nella Trasfigurazione.
E’ il monte delle “tre tende”, il luogo dove ristorarsi nella visione contemplativa di Dio e godere della Sua Presenza.
Luogo del consolazione e della rivelazione.

Il Monte degli Ulivi, alle cui pendici stava il Getsemani, il giardino dove Gesù essudò sangue per il gran soffrire, come preludio alla Passione del Venerdì Santo.
A questo Monte sono legati tanti avvenimenti della storia ebraica, contenuti nell’Antico Testamento.
E a questo Monte, secondo le dichiarazioni dei profeti, è legato un avvenimento futuro. E’ infatti il luogo prescelto da Dio per il giorno del Giudizio e la risurrezione degli uomini retti, quando tutte le nazioni saranno fatte scendere nella Valle di Giòsafat (Valle del Cedron) e il Signore poserà i suoi piedi spaccando il Monte in due.
Luogo del giudizio, del momento definitivo.

Calvario. Basta il nome ad evocare dolore brutale, apparentemente senza ragione. Privo di bellezza perché  ad un primo sguardo inutile. Scandalosa. Un Dio vero non si fa uccidere in quel modo orrendo. Un Dio vero non si fa uccidere.
Eppure è proprio grazie a questo dolore in apparenza privo di senso se la Storia umana, la nostra storia, ha cambiato rotta.
Da Quel giorno, Calvario è il luogo del dolore e dell’offerta totale di se stessi. Offerta d’amore feconda, fino alla fine dei secoli. Perché così è stabilito.

Ed oggi possiamo celebrare con gioia, insieme a tanti, la festa della Madonna del Carmelo. La festa di una salita faticosa, a tratti buia e indecifrabile, verso la propria cima. Accompagnati da una mano materna.

"Dio non è nel vento che spacca la roccia, non è nel fulmine, nella folgore, non è nel terremoto che sommuove la terra", ma semplicemente Dio è in “un mormorio di vento leggero”.
Voce. Suono. Silenzio.

E’ tutto quanto ci accompagna nel nostro cammino verso la cima. Verso la nostra Montagna. Felice cammino.


Nessun commento:

Posta un commento