mercoledì 12 agosto 2015

Chiesa è...


Chiesa è presenza.
Ho incontrato Mauro, fuori dalla Chiesa. Attendevo con altri l’inizio di una catechesi sull’amico importuno, Vangelo di San Luca.
Lo vedevo per la prima volta in quel luogo. Si è avvicinato, e con semplicità mi ha messo al corrente di avere appena accettato di contribuire come volontario alle attività organizzate dal sacerdote.
Mi ha colpito la sua adesione immediata, senza tante parole, senza tanti preamboli.
Semplicemente, ha detto si. Si, adesso.

Chiesa è cura
Rossana si occupa di tante cose nella Chiesa. Tante, tutte senza squilli di trombe. Nel silenzio e nel nascondimento. Tra le altre, registra e trascrive le catechesi per chi, per un motivo o un altro, non riesce ad essere presente ad ogni incontro. Si preoccupa che non manchi a nessuno il pane della Parola, spezzato con amore da un sacerdote innamorato di Dio.
Ricevo le mail di Rossana, sempre puntuali, con gratitudine. Si prende a cuore ogni cosa. Tutto è fatto con attenzione e amore. Ricevo le sue cure con gioia.

Chiesa è ascolto
Ho mandato ad Anna un messaggio in tema spirituale, uno di quelli che circolano sulle chat tipo catena di sant’Antonio. Non è mia abitudine farle girare e quando le ricevo tendo a cancellarle praticamente subito. Ma questa aveva un contenuto che faceva riflettere. Parlava di quanto è importante attrezzarsi di pazienza, di comprensione per l’altro, di buon senso, di coraggio. Di amore. E di quanto è importante chiedere nella preghiera la pace, la gioia. La grazia di Dio. La salvezza, che è dono di Gesù. E’ passata qualche ora, mi ero pure dimenticata di averla inviata, quando mi è arrivata la risposta. Totalmente inaspettata.
Riprendeva gli stessi temi, ma non genericamente, come storiella.
Era una piccola pagina di diario della sua giornata vissuta nell’ascolto dell’altro, nell’offerta del proprio tempo ad un malato di SLA, dentro una struttura sanitaria. Un malato con un nome preciso: Paolo. Raccontava tutta la dolcezza racchiusa nel mettersi di fronte a chi è nel bisogno, a chi soffre. Nel fissare il proprio sguardo negli occhi dell’altro per stabilire un contatto visivo. E stare. Ascoltare. Partecipare. Amare. L’amore fa miracoli. L’amore risveglia la voglia di vivere, di reagire, di lottare. Spinge ad aprire la bocca al cibo quando si era già deciso di lasciarsi morire di tristezza. Fino al momento in cui due occhi colmi di tenerezza si affacciano nei tuoi, riuscendo a lacerare il velo denso della tua notte senza stelle per restituirti un giovane raggio di sole. E trasformano le tue lacrime in perle di luce che riflettono l’Emmanuele. Il Dio con noi. 

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